giovedì 1 ottobre 2009

"Dante, Inferno, Canto IV": una nuova opera di Mario Guarducci a Colle.


QUARRATA_ La chiesa di Santa Maria a Colle si arricchisce di una nuova opera d’arte del pittore pratese Mario Guarducci: “Dante, Inferno, Canto IV”. Si tratta di una tavola a mezza luna con gobba verso il basso (diametro di 3,2 metri per 1,51 di raggio) che insieme ad un’altra (Paradiso, Canto XXXIII, vv 115-145) realizzata nel 2007 (di 4 metri per 2 al raggio alto) va a concludere quella che sarà come una impressionante visione prospettica del divenire umano. Due semicerchi che seppur posizionati distanti tra loro nel senso prospettico saranno uniti da una “sottile posizione naturale offerta dalla chiesa”. La presentazione della nuova opera si terrà domenica 4 ottobre (festa di San Francesco d’Assisi) alle ore 17,30. Interverrà insieme a don Franco Monticelli (parroco della chiesa di Santa Maria a Colle), don Giuseppe Billi, scrittore e critico dell’arte, curatore “Arte Contemporanea” della Cei- membro della Consulta Liturgica Nazionale e Direzione Commissione Presbiterale della Cei. A seguire si terrà un concerto dei “Flauti di Bambù”. L’iniziativa si avvale del patrocinio dei Comuni di Quarrata e Carmignano e del contributo della Bcc di Vignole. “La configurazione di questa seconda mezza luna – scrive Mario Guarducci – si contrappone drasticamente all’altra del 2007 che è di sentimento assolutamente non figurativo, ma diciamo contemplativo, al contrario di questa ultima che invece è caratterizzata da decine di figure umane e altro, richiamate, queste nette differenze, e dovute al riferimento della Divina Commedia, quindi ciò che Dante ci trasmette”. “Mario Guarducci – spiega don Franco Monticelli – descrive uno scenario dantesco usando colori cupi, decine di figure che esprimono disagio e sofferenza… e buche o grotte in cui sono imprigionati piccoli gruppi o masse di uomini e donne. E’ la semplice trasposizione delle pene dell’Inferno e del Limbo, quest’ultimo come luogo dell’eterna nostalgia, o è qualcos’altro ?”. “Mario Guarducci – spiega don Mario Billi - interpreta il cielo e la terra. I due emisferi, così concepiti, diventano la summa delle sue idee e della sua tracimante poesia d’artista..”. Mario Guarducci (1933) risiede attualmente nel comune di Carmignano.

A.B.

Pubblicato su "La Nazione-Cronaca di Pistoia"



Domenica 4 ottobre ore 17:30 nella piccola chiesa sulle colline del Montalbano
L'INFERNO DI DANTE NELLA CHIESA DI MICHELUCCI
Si inaugura la seconda parte di una grande opera su tavola del pittore Mario Guarducci


Pistoia, 2 ottobre 2009 – Arte contemporanea nella piccola chiesa sulle colline di Quarrata (Pistoia): una grande opera circolare (un tondo tagliato a metà, due mezzelune poste a una distanza tale da potersi riunire se osservare, in prospettiva, dal “punto omega” dell'edificio sacro) per raffigurare Inferno e Paradiso danteschi. La mezzaluna inferiore, quella sull'Inferno, prende spunto dal Canto IV (“Ruppemi l'alto sonno ne la testa/ un greve tuono, si ch'io mi riscossi/come persona ch'é per forza desta”). L'ha dipinta, insieme alla parte superiore, Mario Guarducci, artista pratese, 76 anni, maestro iniziatore del Dashismo attualmente residente a Carmignano.
Il tondo, una grande opera su tavola) si trova nella chiesa di “Santa Maria Assunta” a Colle, frazione del Comune di Quarrata sulle colline del Montalbano, al confine con Carmignano: un edificio del XIII secolo ampliato negli anni Cinquanta dello scorso secolo su progetto di Giovanni Michelucci.
Il “punto omega” della chiesetta (dove Inferno e Paradiso si ricompongono in prospettiva, con la suggestione della tridimensionalità, e dove è anche conservata un'antica reliquia della Passione di Cristo) è individuato al centro del grande arco di raccordo fra il vecchio ambiente e quello michelucciano.
Il semicerchio inferiore, appena terminato, viene inaugurato domenica 4 ottobre, festa di San Francesco, alle 17:30 con l'intervento di don Giuseppe Billi, scrittore e critico d'arte, curatore di Arte Contemporanea per la Conferenza Episcopale Italiana. Segue un concerto dei “Flauti di Bambù”.

L'ultima opera di Guarducci (un semicerchio dal diametro di 3,2 metri e con un raggio di 1,51 metri) descrive lo scenario dantesco usando colori cupi: con il grande angelo che suona le trombe del Giudizio, una decina di figure esprimono sofferenza e varie grotte in cui sono imprigionati piccoli gruppi o masse di uomini e donne.
La parte superiore del cerchio (realizzata nel 2007, diametro di quattro metri e raggio 2 metri) si ispira sempre alla Divina Commedia ma al Canto XXXIII del Paradiso (“L'amor che move il sole e l'altre stelle”) e proietta nella contemplazione di Dio.
“Nel quadro di Mario – scrive il parroco di Colle, don Franco Monticelli – mi piace vedere, tra i mille spunti e le lecite interpretazioni, soprattutto la condizione di tanta parte dell'infanzia nella società contemporanea; quella di chi è plagiato da sette o individui che illudono; l'atrocità delle guerre, delle contrapposizioni violente, degli integralismi di ogni tipo; le masse sterminate di profughi, dei milioni di esseri umani in fuga e sconfitti”.

fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Avendo avuto la possibilità di vederlo in anteprima.... è una meraviglia!
Renata

Anonimo ha detto...

domenica 5 ottobre e' stata una bella festa per Colle
Andrea