sabato 22 maggio 2010

In mille contrari agli "impianti di morte". Comitati e famiglie marciano contro l'inceneritore. Ampio presidio delle forze dell'ordine.



AGLIANA-MONTALE_ Il popolo toscano antinceneritore -circa un migliaio di persone- ha risposto all’appello lanciato dal coordinamento toscano Rifiuti Zero e dal coordinamento dei comitati della Piana Firenze-Prato e Pistoia ribadendo il proprio convinto “no” a tutti gli impianti di morte che contaminano i cibi e avvelenano perfino il latte materno. Da Agliana a Montale hanno sfilato pacificamente in tanti a sostegno delle alternative senza combustione, basate sul risparmio di materia, della riduzione dei rifiuti, del riutilizzo, riciclaggio e ricerca.
Un “popolo” che con striscioni, manifesti, perfino con macchine agricole partendo da piazza Gramsci ad Agliana, sfilando lungo via Roma – dopo una sosta davanti all’ingresso del “Parco Pertini”- ha raggiunto Stazione di Montale arrivando quindi dopo circa due ore di “lento”cammino davanti al termovalorizzatore del Cis in via Tobagi a Montale.
Il tutto si è svolto sotto l’attenta vigilanza delle forze dell’ordine – presenti in massa- non solo lungo il percorso ma anche con un continuo “presidio” aereo da parte di un elicottero della Polizia di Stato.
Tra i tanti movimenti, associazioni e comitati presenti c’era anche il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti di Parma (arrivato con un pulmann) per “ricambiare” la visita-appoggio da parte del Comitato per la Chiusura dell’inceneritore di Montale che aveva partecipato con una propria rappresentanza il 17 aprile scorso alla manifestazione nazionale di Parma organizzata per chiedere “un nuovo modo alternativo di gestione dei rifiuti”.
Significativa e massiccia anche la presenza del comitato Bottegone-Badia a Pacciana- Agliana per lo stop all’impianto Cdr.
All’arrivo dei manifestanti davanti al termovalorizzatore dei Cis hanno preso la parola tra gli altri il chimico Paul Connett (professore emerito alla St. Lawrence University di Canton-New York), Christian Abbondanza (responsabile della Casa della Legalità e della Cultura Onlus), l’oncologa Patrizia Gentilini (associazione Medici per l’ambiente) dell’Isde Italia con Paola Negri del Mami (Movimento Allattamento Materno Italia).
E’ toccato a Christan Abbondanza (con Antonio Amorosi, autore del libro “Tra la via Emilia e il Clan- politica ed economia spregiudicate e quella mafia in casa che non si vuol vedere” aprire gli interventi davanti al piazzale esterno del Termovalorizzatore di via Tobagi.
Dal palco improvvisato ha subito lanciato critiche alle forze dell’ordine: “Di questa manifestazione mi ha colpito- ha detto – l’elicottero, i tombini sigillati, l’assenza dei cassonetti lungo il percorso, la presenza massiccia di polizia e Carabinieri. Una situazione che mi ricorda il clima del terrore del G8 di Genova. C’è anche qui il tentativo di terrorizzare i cittadini per farli tenere dentro le proprie case. Spero però che sia i poliziotti che i Carabinieri comprendano che siamo in uno stato di diritto e che sarebbe l’ora di fare delle ispezioni a sorpresa dentro i cancelli di questo e di tanti altri termovalorizzatori. Ci chiediamo anche che vengano fatte inchieste serie e competenti, nonostante il comportamento complice di Arpat e ci appelliamo ai giudici e alla Procura della Repubblica perché si cominci a guardare anche all’interno dei consigli di amministrazione”.
Christian Abbondanza la mattina insieme a Marco Caldiroli (chimico), Paul Connett, Claudio Tamburini e Rossano Ercolini (Rete nazionale Rifiuti Zero) aveva partecipato alla visita all’impianto.
“Abbiamo posto una serie di domande ottenendo (e registrando) risposte non esaurienti. Ci hanno confermato che nei forni viene gettato tutto e che la verifica del tipo di rifiuti deve essere fatta all’origine dai cittadini”. Ha anche parlato di inceneritori e del rapporto stretto con la mafia nonché dei progetti futuri riguardo all’installazione delle centrali nucleari e al progetto (programmato con l’aiuto anche del Governo Italiano) che prevede la realizzazione di inceneritori per scorie radioattive nei Balcani.
“La mappa dell’inquinamento, delle malattie e della criminalità- ha detto invece l’oncologa Gentilini riferendosi in particolare all’esposizione a diossine e alla contaminazione del latte materno – spesso coincidono. Medicina e scienza devono essere al servizio dell’uomo, della salute e non degli interessi economici”. Tra i manifestanti anche il Partito di appoggio alla Resistenza- per il Comunismo (Carc) che ha distribuito un volantino dove spiega il senso della partecipazione alla manifestazione di Montale. “Lo sviluppo costante e incessante dei movimenti contro gli inceneritori e per una alternativa di gestione ai rifiuti – hanno detto alcuni componenti del comitato di Parma – sta portando ad una riflessione generale su questo tema. Di fronte agli sviluppo tecnologici che danno oggi la possibilità di preservare la materia e di non inquinare l’ambiente non c’è più scusa che tenga per sostenere l’incenerimento, negativo sia dal punto di vista sanitario che da quello economico”. E' stata annunciata infine la volontà da parte del comitato contro l'inceneritore di Montale di ricostituire un nuovo presidio permanente di fronte all'impianto del Cis per mantenere viva l'attenzione sui problemi al centro della manifestazione regionale.
a.b.

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