martedì 9 novembre 2010

"Caro Maurizio": ecco il "diario d'amore" di una madre verso il figlio morto. L'omaggio di Mery Fabbri.


PISTOIA-QUARRATA_ Giovedì 18 novembre alle ore 18 presso Lo Spazio in via dell’Ospizio 26 a Pistoia Settegiorni Editore di Pistoia presenta il volume “Caro Maurizio”, un intimo omaggio, un “diario”, scritto da Mery Vettori Fabbri al figlio Maurizio, morto in tragiche circostanze, a 20 anni.
Maurizio era uno dei figli del compianto pittore quarratino Alfredo Fabbri e di Mary Vettori, l’inseparabile, forte e volitiva compagna di vita, già insegnante e preside presso la scuola media di Casalguidi.
La presentazione del volume con prefazione della professoressa Paola Lomi- sarà curata dalla scrittrice pistoiese Maura Del Serra.
Maurizio Fabbri si tolse la vita nell’aprile del 1980 presso l’abitazione della famiglia Fabbri a Barba, frazione di Quarrata.
Dopo avere frequentato il liceo scientifico di Pistoia si era da poco iscritto all' Università degli Studi di Firenze. Oggi avrebbe avuto 50 anni.
Chi lo conobbe ricorda la sua grandissima sensibilità ma anche i suoi molteplici tormenti tipici dell’età.
Il volume- che riporta in appendice anche una “lettera” di don Ferrero, insegnante alle Scuole superiori di Maurizio Fabbri e alcuni disegni di Alfredo Fabbri dedicati al figlio- raccoglie circa 130 pagine (scritte dal 15 maggio 1980 al 10 maggio 1983) di colloqui intensi, di “confidenze” tra una madre e un figlio che non c’è più, di ricordi struggenti, di momenti di vita familiare resi difficili dall’angoscia della separazione.
Un percorso che partendo dal profondo senso di sconfitta, dalla ossessiva ricerca di risposte “ai tanti perché” ad un gesto così estremo (quale è quello del togliersi la vita), conduce Mary di nuovo alla vita – attraverso la riscoperta dei momenti più belli, più brutti del “passato concreto” vissuti sia al Barba, che nelle case in montagna e al mare, attraverso i ricordi vivificati dagli oggetti (libri, foto, quaderni, disegni), dai gesti di tenerezza e di gioia reciproca tornati alla mente, dagli scritti del figlio riaffiorati da qualche cassetto, dalle occasioni, dagli odori percepiti, dall’ascolto di una melodia condivisa…
“Dinanzi al mistero profondo del dolore – si legge nella prefazione di Carla Lomi - si profila un’immagine: quell’urlo raggelato che pietrifica e cristallizza. Ogni slancio di vita è compresso e fissato in quella sospensione che prelude all’inane, all’orrore del vuoto, nega la creazione. – Non più parole, un gesto! – il gesto di Pavese e di Virginia Woolf, il gesto di Maurizio “.
“E invece un’altra strada si profila dalle pagine intense di un diario d’amore: un percorso diverso che è una sfida, un’accusa, un delirio e conduce alla vita. Il miracolo è questo. […]
"In questa dimensione - continua Lomi - ogni pagina assume un suo significato: costruisce il frammento di un intero. Si dipanano i giorni nella complicità di ore condivise. Quel “Caro Maurizio” è rivolto a qualcuno che è in grado di comprendere e magari sorridere nell’altra stanza oppure fare un gesto familiare, di quelli che una madre conosce bene. […]”.”
Questo “gesto così estremo” ha segnato profondamente anche l’arte di Alfredo Fabbri che da allora anche nelle sue opere ha trasmesso una sottile malinconia.
La sua pittura – come scrive Annamaria Iacuzzi nel saggio “Momenti e luoghi di una biografia” (2007) diviene “forse anche a causa di impegnative vicende familiari” “un fatto più privato, quasi un esorcismo o un antidoto contro i magoni e che, alle faticose occorrenze che la vita dispone sul cammino dell’uomo, oppone leggerezza di segno e levità cromatica.
Dopo Pistoia il libro sarà presentato a dicembre anche a Quarrata a cura dell'assessorato alla Cultura del Comune.
a.b.

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