giovedì 4 novembre 2010

"Quale Città vogliamo ?": ciclo di incontri sulla vita della Comunità Civile alla "Civetta".


QUARRATA_ A partire dal 22 ottobre ha preso il via nei locali de “La Civetta” a Quarrata una serie di incontri seminariali sul tema “Quale città vogliamo?”
All’iniziativa è organizzata da Cittadinanza Attiva insieme al centro culturale “Sbarra”, all’associazione Progetto Tizzana, alla Rete Radiè Resch hanno aderito anche il Circolo Acli di Montemagno, il circolo Mcl di Santonuovo e l’Azione Cattolica di Quarrata.
Nel primo incontro è stato trattato il tema “Dov’è l’uomo? Verso un rinnovato umanesimo”. Nel corso dell’incontro i partecipanti hanno riflettuto “in dialogo” sulle conoscenze e le opzioni che le donne e gli uomini mettono in campo per affrontare le questioni della contemporaneità.
Venerdì 5 novembre (con inizio alle ore 21,15) il programma prevede un incontro dedicato al tema del lavoro. Con “Il lavoro al centro dell’economia” si parlerà degli orientamenti nelle gestioni produttive e finanziarie per il benessere e lo sviluppo della società.
Gli ultimi due incontri - 19 Novembre e 3 dicembre – affronteranno rispettivamente il tema “Ambiente: responsabilità verso il futuro” (con una attenzione particolare alla richiesta di una sensibilità etica negli stili di vita e nelle scoperte scientifiche e tecnologiche) e quello della “Democrazia partecipata” dove saranno analizzate le forme previste dallo Statuto Comunale e dal Regolamento della partecipazione in un’ottica di vera partecipazione – da protagonisti e non da spettatori – nel “governo locale”.
Info: cittadinanza_attiva@hotmail.com.
Alla base di questi incontri ci sono le idee “per la città futura” elaborate dal Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) che ha rinnovato la lunga e ricca storia del Movimento Laureati di Azione Cattolica.
Ci si riferisce in particolare alla pubblicazione del volume “Progetto Camaldoli-Idee per la Città futura” (edita da Studium nel 2009) e di cui riportiamo come iniziale approfondimento la scheda di presentazione del progetto (tratta dal sito http://www.meic.net/index.php?id=1085).
Si tratta dell’avvio di un itinerario di ricerca volto a ristabilire un legame ideale con i Principi dell’orientamento sociale elaborati da un gruppo di studiosi amici di Camaldoli- conosciuti con l’improprio nome di “Codide di Camaldoli” (1943-1945).
“L’intenzione – spiegano i promotori dell’iniziativa – è di gettare alcuni semi per il superamento dell’attuale stallo dell’agorà pubblica nella quale ciascuno sembra essere soddisfatto della mera enunciazione della propria posizione-verità e allo stesso tempo disinteressato a farla interagire con la posizione degli altri”.

SCHEDA DI PRESENTAZIONE DEL "PROGETTO CAMALDOLI"

E' stato pubblicato il "Progetto Camaldoli. Idee per il futuro", il volume (edito da Studium) che raccoglie oltre due anni di lavoro del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) sui temi fondamentali dell'antropologia contemporanea, del lavoro e dell'economia, dell'ambiente, della cittadinanza.
Le "idee per il futuro" contenute nel "Progetto" racchiudono non soltanto lo studio e la riflessione del Meic lungo un percorso decisamente articolato, fatto di convegni, seminari, settimane estive di approfondimento, ma soprattutto le competenze culturali e professionali e l'esperienza di vita dei suoi tanti soci e gruppi sparsi in tutta Italia.
Un lavoro "culturalmente esigente", come ammette fin da subito nell'introduzione Renato Balduzzi, il presidente nazionale che ha guidato il Movimento sulla strada del "Progetto". Culturalmente esigente e contemporaneamente capace di raccontare la società e il territorio con i loro bisogni, e di rispondere con idee capaci di futuro, appunto, e buone pratiche.
"Futuro" è uno dei termini-chiave del "Progetto": in un mondo che non si interroga sugli effetti e suoi costi delle scelte dell'oggi, è una parola decisamente provocatoria. E ha voglia di provocare, il Meic, di stimolare la riflessione sulle grandi questioni della società contemporanea, affrontandole con rigore e con serietà, e soprattutto con un profondo amore per l'uomo. Da qui nasce l'idea di un "umanesimo rinnovato", un umanesimo fondato su una concezione integrale della persona che è relazione aperta e responsabile verso gli altri, verso l'ambiente che abita, verso Dio. Un umanesimo dinamico che sappia porsi in termini non retorici la domanda sul fondamento e sul contenuto autentici della dignità della persona. Un umanesimo che costruisca e abiti la dimensione di una sana democrazia laica, l'unico spazio possibile dove credenti delle diverse fedi e non credenti sperimentano la convivenza, sono capaci di capire e non negare le buone ragioni degli altri, ed esercitano il dialogo a partire dai "fondamentali", ciò che ci accomuna tutti: la persona, l'uguaglianza, il diritto, la giustizia, la pace.
E' l'amore per l'uomo che indirizza anche la riflessione sugli altri grandi temi del "Progetto". Innanzitutto lavoro ed economia, la cui valenza antropologica è messa sempre più in discussione da chi, inseguendo le statistiche e le analisi macroeconomiche, dimentica che dietro i numeri ci sta la vita delle persone, di famiglie intere con bisogni, aspirazioni e paure concreti.
Per il Meic è fondamentale riportare l'uomo al centro del lavoro e il lavoro al centro dell'economia, smettendola di chiedersi se serva più Stato o più società o più mercato, ma sviluppando piuttosto una «rete coordinata dei pubblici poteri».
E le istituzioni sono anche al centro delle proposte per l'emergenza ambientale, che deve essere affrontata con decisione e lungimiranza dalla politica e alla quale occorre anche una risposta personale di ogni uomo, chiamato, per il bene del pianeta, a stili di vita ispirati alla sobrietà. Un'assunzione di responsabilità per il bene comune che non va limitata solo alle questioni ambientali, e per questo il Meic propone un nuovo "patto per la cittadinanza sociale" che coinvolga tutti i residenti nel nostro paese, nativi e migranti, per esprimere o rinnovare l'adesione a quei valori comuni che fanno da cardine alla nostra convivenza civile.
Ma il contributo del "Progetto Camaldoli" è molto più ampio, e merita davvero di essere approfondito direttamente. Specie per chi, credente o non credente, ha voglia di partecipare, di dare il proprio contributo per la costruzione di una polis migliore, di una comunità capace di futuro.

Nessun commento: