martedì 20 marzo 2012

Intitolato al magistrato Antonino Caponnetto il parco giochi di Villa La Magia (inaugurato nel 2007). Il parcheggio di Barba dedicato alla memoria del piccolo Giuseppe Di Matteo. Il sindaco: "Legare vecchie e nuove resistenze significa ricordare i profondi legami fra le generazioni".


QUARRATA_ Continua da parte della giunta municipale e del sindaco Sabrina Sergio Gori in particolare  in questi ultimi mesi di legislatura l’opera di sensibilizzazione riguardo ai temi della giustizia e della legalità.
Tra queste ci sono le numerose intitolazioni di strade, giardini ed edifici pubblici a personaggi che nulla hanno a che fare con Quarrata ma che si inseriscono tutti in un progetto che si è andato consolidando sin a partire dal 2002 e che ha avuto il suo perno” ideale” nella educazione alla legalità e nella diffusione della cultura dei valori civili, dei diritti di cittadinanza. 
In questi anni parallelamente alla nascita di nuove strade e di nuove urbanizzazioni il Comune ha colto l’occasione per ricordare diversi personaggi degli ultimi anni della storia d’Italia: in gran parte vittime del terrorismo e della mafia.  
Tra questi ricordiamo Libero Grassi (a cui è stato intitolato il Polo Tecnologico, ndr); Antonino e Ida Agostino, Filippo Raciti (ispettore di polizia ucciso negli scontri avvenuti all’esterno dello stadio di Catania il 2 febbraio 2007)  a cui è intitolato lo stadio comunale di via Boschetti e Campano, il Generale Dalla Chiesa, don Pino Puglisi e molti altri.
Agli sgoccioli della conclusione del proprio mandato arriva ora l’intitolazione anche per il Parco Giochi di Villa La Magia (a cinque anni dalla sua inaugurazione..) e per il parcheggio pubblico posto lungo la via Statale nella frazione di Barba.
L’area attrezzata per i bambini posta all’interno del parco di Villa La Magia – realizzata nel 2007 con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia - sarà intitolata al giudice Antonino Caponnetto, magistrato siciliano che ha ricoperto il ruolo dell’Ufficio Istruzione di Palermo dopo l'uccisione del giudice Rocco Chinnici 
Fra le motivazioni che hanno portato a questa intitolazione si legge come  “A Antonino Caponnetto si deve l'intuizione di combattere la mafia in modo organico ed innovativo, attraverso la creazione di un pool di magistrati che si occupavano esclusivamente della lotta alla mafia, e del quale fecero parte fra gli altri, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che istruì il primo grande maxi processo a Cosa Nostra concluso con oltre 350 condanne in primo grado. Dopo le stragi di Capaci e di Via d'Amelio, Caponnetto si impegnò strenuamente in un'opera di sensibilizzazione della cittadinanza e dei giovani in particolare sui temi della legalità e della giustizia sociale, nella convinzione che “solo una vera rivoluzione culturale che abbia al centro il tema della legalità e l'educazione dei cittadini ai valori di giustizia e di libertà può alimentare la speranza che il nostro Paese sradichi definitivamente la mafia e si avvii verso una piena democrazia”.
“ L’intitolazione dell’“Area Giochi Antonino Caponnetto” – ha affermato il sindaco Sabrina Sergio Gori -  si svolgerà in prossimità del 25 aprile, giorno della Liberazione.  Lunedì 23 aprile infatti, i ragazzi delle nostre scuole, che ringrazio di cuore, parteciperanno a questa cerimonia a cui sarà presente la moglie di Antonino, Elisabetta, chiamata affettuosamente da tutti Nonna Betta. Legare vecchie e nuove resistenze significa ricordare i profondi legami fra le generazioni; legami che ci devono aiutare a a scoprire e valorizzare gli ideali di libertà, giustizia e democrazia”.
Giuseppe Di Matteo
Il parcheggio del Barba è stato invece intitolato a Giuseppe Di Matteo il figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo che fu rapito il 23 novembre 1993 da Cosa Nostra per ritorsione nei confronti del padre, che non rinunciò mai a collaborare.
Il piccolo Giuseppe a soli 15 anni, dopo ben 779 giorni di prigionia, fu strangolato l'11 gennaio 1996 ed il suo corpo fu sciolto nell'acido. I suoi aguzzini sono stati condannati all’ergastolo lo scorso 16 gennaio 2012, dalla Corte di Assise di Palermo.
“È un dovere ricordare  - ha aggiunto Gori - il piccolo Giuseppe. Infatti i bambini sono preziosi per tutta la società. Le barbarie della sua prigionia e della sua terribile agonia, durata più di due anni, chiedono l’omaggio della città verso questa vittima innocente della violenza e della sopraffazione mafiosa“.
a.b.

1 commento:

Anonimo ha detto...

l'unica resistenza che si deve fare è contro il sindaco che non si ferma nemmeno quando sta per andarsene finalmente a casa sua, nel dimenticatoio. che spettacolo insopportabile!