giovedì 7 marzo 2013

Nuovi sviluppi sulla vicenda di don Mario Del Becaro. L' "inconfessabile segreto" del rom arrestato per estorsione. "Si è trattato semplicemente di discussioni tra innamorati nell'ambito di una relazione omosessuale". L'intervento del vescovo di Pistoia: "E' oggettivamente la versione di una parte in causa"."Il giudizio definitivo appartiene esclusivamente alla Misericordia del Signore"


PISTOIA – In concomitanza con l’apertura al Tribunale di Pistoia del processo contro Lover Hening, il nomade residente nel campo pratese di via delle Polliative in carcere con l’accusa di tentata estorsione, violazione di domicilio e resistenza a pubblico ufficiale avvenuta nella notte tra il 17 e 18 dicembre scorso nei confronti di don Mario Del Becaro, il parroco di Tizzana, barbaramente ucciso il 28 dicembre è stata diffusa dal legale del giovane 24 enne, l’avvocato Francesco Mandarano del Foro di Prato, una dichiarazione ha lasciato sbalordito il vescovo di Pistoia monsignor Mansueto Bianchi, intervenuto nel pomeriggio di oggi con una nota. Secondo quanto dichiarato da Mandarano tra il parroco di Tizzana e il suo assistito ci sarebbe stato un “inconfessabile segreto".
“Si è trattato semplimente - ha dichiarato l'avvocato Mandarano - di discussioni tra innamorati, nell’ambito di una relazione omosessuale”.

Un aspetto della vita privata del sacerdote che circolava sia a Catena che a Tizzana dove don Mario è stato parroco per 26 anni e che ha trovato solo ora una conferma nelle parole dell’avvocato pratese messe “nero su bianco” in un comunicato stampa.
Come si ricorderà il nomade 10 giorni prima dell’uccisione di don Mario Del Becaro cercò di entrare con forza nella canonica di via Vecchia Fiorentina a Catena , evidentemente per estorcere al sacerdote altri soldi.
Don Del Becaro non aprì e il giovane venne arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri di Quarrata , anche essi minacciati dal rom

Il Vescovo di Pistoia monsignor Mansueto Bianchi in una nota ha sottolineato come questa sia “oggettivamente la versione di una parte in causa, oltretutto riferita anche al comportamento di una persona, don Mario, che purtroppo non può esprimersi perché assassinato con una ferocia inaudita”.

Detto questo – prosegue il vescovo – va anche ricordato come la figura e il ministero di don Mario abbiano ricevuto, sia quando lui era in vita e sia dopo la tragedia di una morte così violenta, stima e apprezzamento, da parte di molte persone, che adesso sarebbe ingiusto dimenticare". 
 
“Quanto al resto – conclude mons. Mansueto Bianchiil giudizio definitivo appartiene esclusivamente alla Misericordia del Signore e su quanto in effetti accaduto nella canonica in quella brutale serata di fine anno, come Chiesa pistoiese non possiamo che rimetterci, con la massima fiducia, all’operato delle forze, di Polizia e della Magistratura, che sono competenti in base alle leggi civili a far emergere movente, responsabilità e giustizia ”.
 
A.B.

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