sabato 10 agosto 2013

Hiroshima, Kyenge e la nostra vita. "Ogni divisione è un crimine".


di Antonio Vermigli*

QUARRATA_ Martedì scorso 6 agosto era l'anniversario della bomba a Hiroshima. Di fronte ai campi di concentramento e ai tanti altri stermini perpetrati e ancora in corso, nessuno può chiamarsi fuori, nemmeno chi dice che non sapeva, perché non sapere era già una colpa.
Oggi, non possiamo rifarci a quei luoghi a quegli avvenimenti con la mentalità di ieri, perchè quello che è avvenuto implica per tutta l'umanità un mutamento di pensiero, il quale ci deve condurre a riconoscere che il punto dirimente per tutti gli uomini, non importa di che partito, religione e altro siano, é il rispetto della dignità dell'uomo in quanto tale, a prescindere da ogni sua altra qualifica.
Di fronte ai lager abbiamo, perciò, come lo scoperchiamento della nostra responsabilità e quindi sono un tempo per tutti. Di conseguenza, ogni tentativo di accostarci a quei luoghi con la mentalità dell'umanità divisa é un sacrilegio commesso contro il valore sommo, che é quello dell'uomo.

Da quel momento in poi, ma i segni sono tantissimi, é per questo che ho preso a testo l'anniversario di Hiroshima, dobbiamo adoperarci per scoprire come il vero ecumenismo non é quello di cui parlano le Chiese o le religioni ma é quello che riguarda tutti gli uomini in quanto tali. Ognuno di noi deve essere disponibile a creare questa unità degli uomini, perché ogni divisione é un crimine.

Quando considereremo questa realizzazione come l'obiettivo vero? Solo se saremo vigilanti, perché ciò che é stato non torni.

Con la chiamata a ministra dell'integrazione di Cecile Kyenge siamo di nuovo a interrogarci come si fa a vivere insieme a gruppi di altra "razza" e di altra cultura che vengono ad occupare il nostro spazio. Chi l'avrebbe mai pensato?

Noi siamo cresciuti in un'epoca in cui invece si pensava di fare l'opposto: trasferire le nostre istituzioni,, la nostra civiltà in tutti gli angoli del mondo a beneficio di tutti gli uomini. Ma ecco che, delusi di questa nostra beneficienza, da tutto il mondo gli uomini vengono da noi portandoci il volto della miseria. E' un segno che dobbiamo cambiare. Nel nostro cammino si offre un'altra possibilità per realizzare quella città unica dove nessuna distinzione tra uomo e uomo sarà consentita. Dove la legge e la spontaneità saranno insieme in armonia, senza coazione, come nel primo mattino della creazione. I modi dobbiamo costruirli insieme, ma il principio diventa perentorio, senza riserve possibili. Non è possibile, e se fosse possibile, non è lecito, tapparsi gli occhi e chiudersi gli orecchi. è la vera "politica" che ci obbliga ad entrare nelle contraddizioni di questo tempo, con la chiarezza di scelta anche se questo porta divisioni, non porta voti.

Occorre che la "politica" ricerchi con sempre maggior forza, l'affetto e la riconoscenza dei più deboli! Questo non rappresenta un sogno, è una grande possibilità di crescita, è la somma delle varie ricchezze e, non per ultimo è un segno evangelico.

Quando daremo alla nostra coscienza un orientamento, un metodo, non ci dimentichiamo di queste cose, perchè è anche qui che si decide, in maniera radicale, da che parte stare. 

Il momento è arrivato perciò dobbiamo tutti impegnarci per dare carne a questa speranza.

Penso che tutti sappiamo che la "diffidenza" è un meccanismo di protezione, che le nostre ostilità, le nostre diffidenze sono la nostra parte sconosciuta, quella che non vogliamo riconoscere, perchè il vero pericolo sono io, siamo noi. 
Ciò permette di uscire dalle proprie identità rigide, uscire dall'identità singola. Perché si cresce solo rischiando, sentire la fiducia nell'altro e dell'altro è fondamentale, è un'esigenza evolutiva, perchè il vero punto inquietante è l'alterità. Mentre la paura è una reazione di allontanamento dall'altro.

Quando comprenderemo che solo se si ha fiducia in se stessi ci possiamo fidare degli altri? Fermarsi, fare silenzio, pensare, assaporare un po di lentezza è sempre un meravigliosa scoperta. Basta volerlo! 

Auguro ad ognuno di voi, visto il periodo, un tempo di riposo.


* Rete Radiè Resch Quarrata- Casa della Solidarietà

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E tu sei sempre il solito .Quattro amici al bar.

Anonimo ha detto...

Rieccolo.Enrico

Anonimo ha detto...

Belle parole Vermigli che presentano però una grande difficoltà di messa in pratica... come lei ben sa!
Lei parla di condivisioni di spazi, di armonia, di affetto, fiducia nel prossimo, argomenti di base appunto evangelica che darebbero una elevazione alla condizione di Uomo ormai difficile ma non impossibile da recuperare.
Sarebbe opportuno però che chi professa queste "belle" parole non lo facesse per erigersi sugli altri o riempirsi di gloria, ma semplicemente si rendesse primo artefice di esempio quotidiano. Non sia mai che qualcuno le intralci il passaggio per alcuni secondi (al max 10 sec) con l'auto, che non si senta inveire contro con una veemenza tipica da tifo da stadio, come è successo a me.
Rifletta su queste sue parole:
< Fermarsi, fare silenzio, pensare, assaporare un po di lentezza è sempre un meravigliosa scoperta. Basta volerlo! >
Le auguro buone ferie "rilassanti e riflessive"
lorenzo