giovedì 1 agosto 2013

Una vera e propria falsa partenza. Del Bino (M5S Pistoia) e lo "scontro" con il sindaco Mazzanti. "Alla serata sulla Tares ho reagito forse aspramente ad una provocazione". "E' il sindaco di Quarrata a fare il furbo?"



QUARRATA_ Durante la serata promossa dal gruppo No Tares alla “Civetta” come anticipato c’è stato un acceso scontro tra il sindaco Marco Mazzanti e Giacomo Del Bino, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle a Pistoia
A questo proposito riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento dell’esponente del M5S di Pistoia (che volentieri pubblichiamo) che ricostruisce il botta-risposta avvenuto all'incirca a metà serata quando Del Bino (non intenzionato a presentarsi per non fare propaganda politica) è stato invece volutamente provocato dal sindaco.  

Martedì 30 luglio, ore 21,30. Locali de “La Civetta”, Quarrata.


Sono venuto col collega ed amico Maurizio Giorgi, per ascoltare e – eventualmente – dare un piccolo contributo alla discussione. Pochi minuti d'attesa nel giardino ed entriamo. Primo piano, locale piccolo e bollente. Da non respirare. Scendiamo, ma al piano terra è la stessa storia. Torniamo in giardino e ci sediamo a semicerchio su sedie di fortuna. Ci saranno un centinaio di persone, forse meno. Davanti, i vip quarratini.

Inizia così la serata promossa dal comitato “no-tares” di Quarrata – e dal suo responsabile Marco Monaco - sul problema, appunto, “tares”. 

Il Sindaco Mazzanti appare tranquillo, ma è la prima volta che lo vedo di persona e il mio giudizio vale il giusto. Risponde alle domande in modo non sempre pertinente, evitando le buche più dure. Ma è solo di fronte alla folla – penso io – comprendiamo le sue difficoltà. Sto tranquillo ed in silenzio nel semibuio. La serata è un po' caotica, la gente piuttosto nervosa. 

Decido che è il momento di intervenire. Voglio rendermi utile. Vado dal moderatore e gli chiedo di poter parlare, ma senza presentarmi (del resto non lo fa nessuno): non voglio fare propaganda politica. Chi mi conosce mi conosce. Quando mi viene concessa la parola, mi chiamano tra i vip. Sono contento, ma solo perchè c'è più luce e potrò leggere meglio. Non faccio in tempo a sedermi che il Sindaco chiede chi io sia. Rispondo che sono un cittadino pistoiese. Lui insiste, domandandomi se non fossi anche un amministratore. Provo ancora a schivare il colpo, ma il Sindaco rincara la dose ed io non voglio far la figura di uno che si nasconde. Mi tocca “confessare le mie colpe". Volevo essere uno, nessuno e centomila, ma non ci sono riuscito.

Prendo la parola ed imposto un discorso con due riflessioni ed una proposta. Con la prima riflessione, argomento la notevole forza propulsiva che negli ultimi tempi mostrano comitati e movimenti, che sta conducendo ad ottimi risultati condivisi. Introduco poi la seconda, dichiarando che avrei letto alcune frasi pronunciate dal Vice-Sindaco di Pistoia, dottoressa Belliti, ricavate senza stravolgere né lettera né spirito dal verbale (pubblico) del 03/06/2013, giorno in cui in Consiglio Comunale abbiamo approvato la Tares.

Apriti cielo! Il Sindaco Mazzanti mi interrompe, affermando che voglio fare il furbo

Vien fuori un dialogo di questo tenore (non ricordo le parole precise):

- Lei vuol fare il furbo.

- Come voglio fare il furbo?

- Cosa è stato approvato?

- Come cos'è stato approvato? Si parla di tares, no?

- No. Non è stata approvata la tares... lei vuol fare il furbo.

- Non le permetto di offendermi e mi lasci finire... io non l'ho interrotta.

- No, no, lei vuol fare il furbo: non è stata approvata la tares. Detta così, sembra che gli amministratori fossero contenti.

- (Leggo il titolo del provvedimento approvato) Tributo comunale sui rifiuti e servizi (tares).

- No, no. Non è stata approvata la tares.

- Guardi, stiamo perdendo tempo. Mi dica come vuole che la chiami e mi faccia concludere, per cortesia.

- Non è stata approvata la tares.

- Mi dica lei, allora!

- Lei vuol fare il furbo.

- Smetta di offendermi. Non deve permettersi. Non deve permettersi.

A questo punto, si alzano i toni per qualche attimo. Un vigile nascosto tra la gente si avvicina a noi, ma non serve. La tempesta è già passata. 

Lo ammetto. Ho reagito forse aspramente ad una provocazione, ma troppo tardi ho capito che di questo si trattava, e ci son caduto come un pollo. Sbagliando s'impara
Già mi aveva disturbato l'insistenza per sapere il mio nome, quando poi sono stato interrotto brutalmente e appellato come “furbo”, mi sono un po' accalorato. Mi spiace. Ma la rabbia monta, quando un cittadino che ci mette faccia, tempo, energie, si sente offeso da un Sindaco che oltretutto cavilla sul nulla piuttosto che ascoltare con attenzione e rispetto chi, pochi attimi prima, era stato invitato a declinare generalità ed incarichi. Mi sembra un gioco troppo sporco. Ho sbottato? Bene. Un cittadino ha sbottato di fronte ad una scorrettezza di un'autorità. 

Il destino, a volte, è strano. 

Se solo il Sindaco avesse avuto la pazienza e la buona creanza di ascoltarmi senza interrompermi, avrebbe ricevuto un assist su un piatto d'oro: le parole del Vice-Sindaco di Pistoia. Non ero lì per far campagna elettorale, ma solo per dare delle informazioni che ritenevo attinenti e dei suggerimenti operativi che ritenevo percorribili.

Finalmente, quindi, posso riprendere il mio intervento. Leggo gli stralci di quanto affermato in Consiglio Comunale dal Vice-Sindaco di Pistoia: “la tares va in direzione esattamente opposta all'obiettivo del perseguimento di una più forte raccolta differenziata. (...) anche noi giudichiamo questa una tassa profondamente ingiusta per com'è concepita e per come si andrà a distribuire su tutti i contribuenti. (…) è allo studio dell'Ato Toscana Centro una disciplina generale della tares. (…) dopo anni di tante chiacchiere anche sul federalismo fiscale, che ha portato a oggi al taglio netto dei trasferimenti dello Stato agli enti locali, oggi si opera nel senso di un riaccentramento statale delle entrate e delle imposte. (…) dovremo aprire a una riflessione complessiva sulla riorganizzazione del sistema delle entrate e quindi anche su una riorganizzazione del sistema che vede i comuni orientati su una reale autonomia impositiva”.

Il Sindaco plaude a questo intervento, arrivando persino ad offrirmi un caffè. 

No comment. Se mi avesse fatto parlare senza interrompere per un motivo tanto futile e pretestuoso sarebbe stato più credibile. Sbagliando s'impara

Terminate le due riflessioni, giungo alla richiesta. 

Chiedo al Sindaco di Quarrata di esprimersi circa la seguente proposta: che i Comuni dell'ANCI (associazione nazionale comuni italiani), si coordinino e predispongano una battaglia dura nei confronti dell'amministrazione centrale per ridiscutere l'iniqua ed inaccettabile gabella tares, così come stanno facendo - anche a costo di venire commissariati - per contrastare la richiesta di versare 700 milioni di Euro allo Stato (a causa di mancate entrate derivanti dall'IMU). Nel frattempo – aggiungo -, almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza, che sospendano i pagamenti. Chiudo l'intervento augurandomi che la forza prorompente dimostrata negli ultimi tempi da comitati e movimenti venga incanalata nella maniera più produttiva, cioè stimolando l'utilizzo degli istituti di partecipazione popolare (referendum, petizioni ecc.), nonché predisponendo, per esempio, una sorta di bilancio partecipativo.

Il Sindaco prende la parola e, rispondendo ad alcuni cittadini ed a me, confessa, in soldoni, di sentirsi inerme, perchè il Comune ha pochi margini di manovra – e questo è vero – e perchè le leggi dello Stato si applicano senza discutere – e su questo, invece, non sono per niente d'accordo. 

Compito di un Sindaco è fare le veci dei cittadini, non scodinzolare impaurito di fronte a poteri che senza dubbio operano in contrasto con il bene comune, non subire le fregole di qualche burocrate incompetente o per altre vie indegno. Non è vero che una legge statale non può essere contrastata. Una legge deve essere contrastata quando non rispecchia la volontà popolare e supera i limiti della decenza. I cittadini hanno il sacrosanto diritto di opporsi a vincoli imposti da coloro che essi stessi hanno eletto e che foraggiano lautamente. Gli amministratori devono mettersi in testa che sono dipendenti dei cittadini, non i loro padroni, e, in quanto tali, non possono agire contro il loro interesse! I Sindaci non sono stati eletti dalle banche o dalle lobbies, ma dai cittadini: ad essi e solo ad essi devono rispondere. I Sindaci devono ascoltare e sostenere le battaglie di coloro che vivono all'interno del Comune, perchè sono al servizio della città ancor prima che dello Stato. 

Inoltre, così come in aritmetica una decina esiste solo se esistono le dieci unità che la compongono, amministrativamente l'Italia esiste solo in quanto esistono le centinaia di Comuni nei quali è suddivisa. Se i Comuni non ci fossero, non ci sarebbe l'Italia. Dunque? Che senso ha aver paura? Se tutti i Comuni italiani si ponessero in contrasto con questa legge, allora l'unica soluzione sarebbe metterla seriamente in discussione e rivederne filosofia e contenuti. Se nessun Comune facesse pagare la tares, cosa potrebbero fare le alte sfere? Buttare bombe su tutti i Comuni italiani? Arrestare tutti i Sindaci? Commissariare tutte le Municipalità? 

E' bene che capiscano, lor signori – e non mi riferisco nello specifico al Sindaco Mazzanti – che siamo già oltre la frutta e che urgono drastici provvedimenti nei confronti dell'Establishment in senso ampio - che ha gettato nel baratro l'intera società -, per ripartire dal basso, dalla comunità, da un'altra ipotesi di futuro. Ma va fatto subito, non possiamo permetterci di perdere alcuna occasione. Una serrata di tutti i Sindaci d'Italia contro la tares sarebbe un buon viatico. Perchè rispondere picche? Dichiararsi favorevole senza se e senza ma sarebbe stato – e qui mi riferisco al Sindaco Mazzanti – un ottimo esercizio di democrazia ed un pregevole atto di coraggio. 

Chiudo questo articolo con una chicca. S'infittisce il mistero “approvazione tares”. Afferma ad un certo punto Mazzanti: “Noi abbiamo subìto la tares, non approvato”. 
Sono pienamente d'accordo con lei, ma nel nostro contesto cosa significa? Si spieghi, Sindaco Mazzanti. Avrei dovuto dire: “il giorno in cui in Consiglio Comunale abbiamo subìto la tares” e non “approvato la tares”? 
Quel termine sarebbe stato da lei accettato? O è lei che sta facendo il furbo?

A malincuore devo constatare che questo primo incontro con il Sindaco di Quarrata mi ha lasciato tanto amaro in bocca. Una vera e propria falsa partenza.

Giacomo Del Bino

portavoce M5S Pistoia




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottima ricostruzione dei fatti.

Davide Rizzo (da Facebook)

Anonimo ha detto...

Che dire..? (Aldilà degli inutili e futili battibecchi..) Questo Sig. Giacomo del Bino.. secondo Me ha pienamente descritto il modo di fare ed applicare la libera democrazia.. (e non scordiamoci mai che in passato tante persone hanno dato la vita per questo..!) nonchè il "valore e peso" che deve avere sempre e comunque il Cittadino nella comunità ! Trascritto da wikipedia.. : "Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa " GOVERNO del POPOLO". Fra l'altro è importante ricordare la precisazione che il Sindaco è eletto dal popolo ed esso pertanto.. con abnegazione totale deve dare tutto se stesso nell'interesse dei propri cittadini indipendentemente dalle circostanze che lo rappresentano essendo (in senso lato...) "Il babbo di Tutti" tant'è che spesso in giurisprudenza si usa il termine " dovrà condurre o tenere..." le regole del buon padre di famiglia" circostanza che una volta aveva il suo peso e di sicuro i suoi effetti....! (non me ne voglia Marco Mazzanti che personalmente conosco da molto tempo e stimo..ma anche la libera opinione è segno di rispetto e di democrazia.!)

Luciano Barsotti (da Facebook)